Freud 1935 una lettera alla madre di un omosessuale

Brano tratto la una lettera che Freud scrisse nel 1935 alla madre di un omosessuale e pubblicata in Lettere 1873-1939, a cura di E.L.Freud edito da Bollati Boringhieri, Torino 1960.

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“L’omosessualità, certamente, non è un pregio, ma non è qualcosa di cui ci si debba vergognare, non è un vizio, una degradazione e neppure può essere definita una malattia; noi la consideriamo come una deviazione delle funzioni sessuali , provocata da un certo blocco dello sviluppo sessuale. Molte persone stimabilissime, in epoca antica e moderna, sono state omosessuali, tra queste molti tra gli uomini più grandi (Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc…): è una grande ingiustizia perseguitare l’omosessualità come un reat, ed è anche una crudeltà…
Chiedendomi se posso aiutarLa, evidentemente vuol sapere se posso eliminare l’omosessualità, e mettere al suo posto la normale eterosessualità. La risposta è, come tesi generale, che non non possiamo promettere niente del genere, in un certo numero di casi ci riesce a sviluppare i germi latenti delle tendenze eterosessuali, presenti in tutti gli omosessuali; nella maggioranza dei casi, questo non è più possibile…
Altra questione è quella di ciò che può raggiungere un analisi nel caso di suo figlio. Se è infelice, nevrotico, dilaniato da dubbi, inibito nei suoi rapporti personali, in tal caso un analisi può arrecargli l’armonia, la pace psichica e una piena capacità di lavoro, indipendentemente dal fatto se rimanga omosessuale oppure cambi. “